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Comunicazione

E' forse il tempo di un Osservatorio per comprendere e progettare il futuro del Nordest delle Città?

di Francesco Antonich

Le città del Nordest sono in continua evoluzione. Fattesi estese, plurali nel tempo e nello spazio, al nucleo originario, officina della propria storia, hanno incluso altre realtà fisiche ed immateriali. Ormai la città, la sua crescita e la sua mutazione, è la sfida più complessa per l’Uomo del XXI secolo: vale anche per le nostre città del Nordest. Cresciute più all’esterno che all’interno, con un centro meno denso di residenza e di funzioni aggregative ed identitarie, ma per questo reso più problematico. Via dal centro ospedali, sedi amministrative ed imprenditoriali, ordito commerciale e dei servizi alle persone.

Ma soprattutto sono “cambiate dentro”: composite nella loro scenografia urbanistica e nella loro demografia. Città capoluogo, le più grandi con circa cento, duecentomila abitanti, ma con un melting pot intercontinentale, multiculturale e religioso che costituisce un microcosmo analogo alle più complesse metropoli mondiali, ma, rispetto a queste, senza un percorso culturale e antropologico bicentenario, e quindi con problemi legati alla breve esperienza di questa evoluzione le dimensioni geoeconomiche limitate. Date queste premesse, vi è la necessità di riprogettare un nuovo ambiente urbano che armonizzi costruito storico e nuove funzioni per rispondere alle necessità degli abitanti di una nuova economia urbana, intesa proprio come regole della “casa città” dove culture, necessità, generazioni definiscono una matrice evolutiva tutta da comprendere e da gestire. Di conseguenza, presente e prospettive di governance, diventano criticità e prospettive che necessitano di adeguate analisi, riflessioni e risposte. Non mancano certo istituti di ricerca, classifiche sulla qualità della vita, ma ciò che manca oggi è un approccio “comunitario” e “collettivo”, una nuova missione, per conoscere l’esperienza che stanno vivendo le nostre città.

Ora, statistica e algoritmi non sono più sufficienti, seppur indispensabili strumenti: va aggiunta una sensibilità, un’empatia e capacità cognitive politiche indispensabili per comprendere, elaborare e condividere soluzioni. Per questo sembra oggi opportuno che i soggetti che “fanno città”, nel contempo stakeholder e shareholder, non più delegando in toto all’ambiente accademico, ma semmai in laboratorio con esso, assumano in modo organico ed organizzato questa responsabilità di “intelligence” per produrre un metodo, una formula ed una struttura agile, a rete, per dare risposte, policy per dare struttura e competitività al Nordest delle città. Su propulsione dei connettori sociali, le rappresentanze dell’economia e della società urbana, commercio, turismo, servizi, professioni, artigianato, rappresentanze del lavoro, gli Enti locali, Comuni ma anche Camera di Commercio, USSL devono mettere a punto una piattaforma per elaborare politiche urbane contemporanee.

La proposta è un Osservatorio del Nordest per le Politiche della Città che, oltre a studiare come e perché cambiano le città, produca soluzioni e faciliti decisioni ed azioni di governance efficace, coerenti con l’evoluzione del ruolo delle città e del tessuto metropolitano e delle esperienze che vivono le persone e le imprese e le generazioni, che lo vivono. Un Osservatorio che, con vocazione meno accademica e più pragmatica, metta a sistema esperienze, competenze, culture imprenditoriali, manageriali, politiche ed amministrative, scientifiche e sensibilità diverse valorizzi potenzialità, sciolga laddove possibile le criticità della crescita e delle nuove dinamiche demografiche.

Non solo: in prospettiva dell’acquisizione di una maggiore autonomia istituzionale regionale, dovrà essere punto di riferimento come lobby moderna nei confronti del Governo, del Parlamento e dell’Unione europea per promuovere progetti per i quali attrarre risorse, investimenti e legislazioni coerenti con le esigenze delle città. Un tale Osservatorio, basato sulla forza della competenza, della conoscenza “sul campo” e dei progetti, dovrà avere un obiettivo forte: rendere competitiva la rete di città, un tempo “di provincia”, oggi nodi di una geoeconomia globale nella quale il Nordest si propone come soggetto con propri visione e ruoli per accreditarsi coprotagonista dell’Europa delle città.

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