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Comunicazione

Agosto salva una stagione difficile anche per le vendite in sconto, pareggiando i risultati dello scorso anno. Il ritorno del turismo straniero spinge gli affari a Venezia centro storico e nelle località balneari

Ancora qualche ora e l’estate dei saldi 2022 chiuderà il sipario anche in Veneto: una stagione partita discretamente, che sino al 15 agosto ha visto una tenuta sui valori del 2021, per poi entrare in una fase di stanca, con una contrazione del 10%, con eccezione delle zone turistiche che hanno mantenuto un buon livello di vendite, con punte del +10% rispetto all'anno scorso, di per sè non certo brillante. Più in sofferenza, rispetto all'abbigliamento, le vendite di calzature.

una stagione partita discretamente ma che sino al 15 agosto ha segnato un -10% rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre il mese che si chiude si è caratterizzato per un piccolo recupero, che ha consentito di attestare la stagione su valori analoghi allo stesso periodo dell’anno scorso, che non fu certo brillante.

Giannino Gabriel, presidente metropolitano di Venezia e Rovigo e regionale di Federazione Moda Italia Confcommercio descrive un andamento non entusiasmante, ma con una certa tenuta a fine corsa: “I prodotti più costosi – precisa – sono usciti dai negozi solo in saldo, con sconti medi tra il 20 e il 30 %; pochissimi i capi scontati del 50%; marcato l’effetto di acquisti più prudenti, con i clienti attenti e concentrati su capi di maggior attrazione per la vendita. Come prevedibile il turismo di buona qualità, anche di stranieri nelle località balneari ha dato riscontro positivo, in particolare Venezia centro storico. Però quasi tutti i negozi sono oramai pronti con le vetrine invernali già da una settimana”.

La ricognizione di Federazione Moda Italia evidenzia, anche nel veneziano, una predilezione per l’articolo casual, sportivo o tecnico, mentre cala l’appeal del capo o della scarpa eleganti, classici. La spesa per famiglia, mediamente, si è attestata tra i 150 e i 180 euro, raramente salendo oltre i 200 euro, e meno del 60% degli acquirenti ha speso la cifra dello scorso anno, attestatasi attorno ai 170 euro. Solo i turisti stranieri, tornati numerosi, hanno sborsato alcune decine di euro in più a persona, ma solo nelle località balneari o a Venezia, mentre in terraferma e nelle altre località le vendite hanno registrato valori di scontrino ben al di sotto della media delle località turistiche. “E’ davvero giunto il momento – sostiene Gabriel – di riconsiderare gli stili di vita dei clienti, ma anche lo stravolgimento climatico e quindi anche il calendario dei saldi e della stessa moda, perché non è più coerente con la realtà delle stagioni, con le capacità, le scelte di spesa e le aspettative”.

C’è stato un rimbalzo dell’abbigliamento legato alle cerimonie. “Si tratta però di un segmento particolare e circoscritto che incide ben poco nel complesso”, precisa Gabriel, che invece evidenzia alcune note dolenti: “In particolare notiamo la sofferenza della calzatura, poiché manca la merce, le materie prime sono in costante rialzo e i produttori stanno consegnando in ritardo. Siamo preoccupati per il raffreddamento della domanda nelle prossime settimane. Sulle famiglie incide il caro bollette reale e le previsioni molto negative di rincari su tutte le spese della famiglia diffuse dai telegiornali, alimentano aspettative negative e un comportamento di risparmio se non di rinunce, considerata la mancanza di disponibilità economica”.

A impensierire gli operatori del fashion è l’evolversi della situazione: “I costi per la gestione del punto vendita, soprattutto per i negozi di vicinato, sono esplosi – aggiunge allarmato Gabriel –. Le bollette per l’elettricità indispensabile per raffrescare in queste settimane torride e rendere confortevole il negozio al cliente, si abbatteranno almeno triplicate, vanificando il fatturato di questi mesi, ma soprattutto mettendo in forse le aperture per i prossimi mesi invernali. Per non parlare dei costi dei prodotti che scaricheranno i fornitori”. Per questo Federazione Moda Italia, con tutta Confcommercio-Imprese per l’Italia, in tutto il Paese, sta sensibilizzando Governo, candidati alle elezioni, amministratori locali perché si attuino subito le misure necessarie per calmierare i costi dell’energia e mantenere i margini minimi di competitività.

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