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Comunicazione

Successo ed emozione al convegno “Il Pane nelle Religioni”, grande evento culturale per la Città di Venezia

L’integrazione? Può iniziare con un dialogo interreligioso sul pane…e continuare persino con una promessa come quella di ritrovarsi, al più presto, per impastare letteralmente insieme un grande pane, con farine e mani di fedeli di tre religioni: cristiana, ebraica ed islamica.

Grande partecipazione a quello che, più che un convegno, si è manifestato subito come una grande esperienza non priva di emozioni a cominciare dagli ospiti e da parte del pubblico estremamente numeroso che, nella suggestiva atmosfera del chiostro del Museo M9, a Mestre, è stato richiamato dal più semplice dei protagonisti della Storia millenaria dell’Uomo: il pane.

Un evento fortemente voluto da Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia e dall’Associazione Panificatori di Venezia e Provincia, che è stato inserito nell’opportuna cornice della grande festa “Pane in Piazza” (sabato 28 e domenica 29 settembre).

Diversi i momenti suggestivi, dall’introduzione, incentrata sulla riscoperta del valore del pane e del rispetto che merita, con un singolarissimo momento che ha visto pubblico ed autorità presenti alzarsi in piedi, in silenzio, “l’attesa della levitazione” prima ancora dei saluti delle autorità, per rendere omaggio al pane. Ci sono stati quindi gli interventi di saluto, con sinceri momenti di commuovente coinvolgimento: Massimo Gorghetto, come Presidente Confcommercio Mestre e Associazione Panificatori di Venezia e Provincia; Massimiliano De Martin, Assessore Urbanistica, Comune di Venezia che ha patrocinato l’evento; per Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia il vicepresidente Angelo Faloppa; quindi, in rappresentanza della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, il suo vicepresidente vicario Siro Martin ed infine Roberto Crosta, Presidente Fondazione Marcianum che, insieme al Patriarcato di Venezia, ha dato il preziosissimo patrocino e consiglio per la miglior riuscita dell’iniziativa.

Poi è stato il momento del vero “Dialogos” tra rappresentanti delle religioni monoteiste, sul valore sacro e sociale del Pane, per il quale si è cercato di ricreare un’atmosfera particolare, come se ci si trovasse, per caso, in una tenda alle porte di Gerusalemme da dove gli ospiti hanno letteralmente ipnotizzato il pubblico: Mons. Dino Pistolato, Parroco Gambarare di Mira, ex Direttore Caritas Diocesana Venezia; Prof. Luigi Viola, Artista, già Docente all’Accademia di Belle Arti di Venezia e di Milano; Imam Hamad Mahamed, Comunità Islamica di Venezia.

Il dialogo è partito dal significato del pane, non solo e non tanto in seno alla propria religione, ma soprattutto nell’ambito universale, finendo per disvelare un filo rosso, sia sacro che laico, che da millenni unisce tre civiltà, tre antropologie, tre modi di fare comunità di fatto costrette dalla storia e dalla geografia a stare insieme. Ancor più a fare quotidianamente, insieme, città. Perché dire pane è dire comunità, fare pane è fare città, da millenni. Senza mai parlare esplicitamente di integrazione e di immigrazione, si è invece dato come oramai naturale che, anche Italia, comuni di poche migliaia di cittadini o capoluoghi metropolitani sono città inter-nazionali, vissuti da più “nationes”, da diverse culture e culti, tanto nobili come le religioni quanto quotidiane e veniali come la gastronomia, il commercio ed i pubblici esercizi. Un tema sul quale anche le rappresentanze delle imprese, ritiene Confcommercio, non possono non impegnarsi nel conoscere, nel promuovere il necessario approfondimento e cogliere la sfida che interessa anche il futuro delle imprese e delle professioni che dovrà rappresentare nella città contemporanea ed internazionale.

Qui nel laboratorio urbano si fa anche alchimia, che impegna tutti, dalle scelte degli amministratori ai comportamenti dei cittadini, e non è facile distillare scelte che devono essere di equilibrio tra esperimenti di integrazioni, sincretismi di compromesso o scorie di credenza ostile gli uni verso gli altri: è la città con la propria prossimità, solvente di elementi diversi di un continuo sperimentare. Ecco perché le città da sempre sono protagoniste di relazioni internazionali, di ambienti di diplomazia, di confronti complessi ma sempre innovativi e propositivi, sia perché sedi di incontri, ancor più perché luoghi di azioni interculturali: sempre più indispensabile valorizzare la diplomazia della città, scambi tra sindaci, amministratori, cittadini, giovani e studenti di Stati diversi per riflettere e cercare soluzioni sui temi più cruciali: chi avrebbe pensato che a parlare del pane, quasi per caso, in un tardo pomeriggio di settembre, senza accorgersene, si è finito per dare come normale la convivenza tra comunità diverse?

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