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Comunicazione

Fipe Confcommercio: “Un altro pesante colpo ai bar che già versano in condizioni disperate, con un’interpretazione ministeriale che giudichiamo giuridicamente incomprensibile e immotivata sotto il profilo sanitario

I bar non comprendono l’interpretazione restrittiva che impedisce anche il semplice consumo al bancone interno ai locali: linee guida e profilo sanitario erano già ampiamente rispettati e con effetti positivi.
 
Il presidente Zanon e il vice Dazzo: "Altre difficoltà per gli oltre 3 mila bar del veneziano e del rodigino".
 
(Venezia, 29 aprile 2021) – Con la circolare del 24 aprile scorso, con cui il ministero dell’Interno interpreta le disposizioni del Decreto legge “Riaperture”, un’altra doccia fredda si è abbattuta sui pubblici esercizi, soprattutto sui bar: non solo semiaperti, ma con il bancone interno off limits. La circolare, infatti, consente l’eventuale consumo al banco solo se questo è collocato all’aperto.
 
Anche Fipe Venezia e Rovigo (pubblici esercizi) si unisce allo sconcerto per questa interpretazione, che sembra assolutamente ignorare un lungo lavoro culminato nelle linee guida ancora vigenti e che aveva già dato prova, nel rispetto delle regole e del contenimento delle presenze al banco, di efficacia nelle zone gialle.
 
Il decreto non esclude espressamente il consumo tradizionale al banco ma, al contrario, ha voluto specificare con quali modalità può avvenire il consumo al tavolo. La disposizione ministeriale che puntualizza che il consumo al banco possa avvenire esclusivamente all’aperto – peraltro - non ha senso anche da un punto di vista scientifico, in quanto la somministrazione al banco implica un consumo rapido e una minima permanenza all’interno degli esercizi.
 
A questo si aggiunge, paradossalmente, che i banconi dei bar rimarranno vietati sino al 30 giugno, mentre a partire dal primo dello stesso mese il consumo al tavolo e al chiuso sarà consentito.
 
Dopo 14 mesi di blocco delle attività di ristorazione, avevamo l’aspettativa di una regolamentazione puntuale e certa – lamenta Massimo Zanon, che oltre ad essere il presidente di Confcommercio Venezia e Rovigo ne guida anche la rappresentanza Fipe –. In zona gialla i bar hanno sempre avuto la possibilità di effettuare la somministrazione al banco, proprio perché i nostri locali sono sempre stati attenti al rispetto delle regole e hanno applicato puntualmente ogni nuova procedura igienica e sanitaria. Riteniamo che questa interpretazione amministrativa sia incomprensibile e non coerente con quanto già accertato dalle autorità sanitarie in questi mesi”.
 
Gli fa eco Elio Dazzo, componente di Giunta nazionale FIipe Confcommercio e vicepresidente di Confcommercio Venezia Rovigo: “ Gli oltre 3 mila bar del veneziano e del rodigino associati gridano con forza il loro disappunto per quello che sembra davvero un attacco al modello di bar italiano che, differentemente dagli altri Paesi, si caratterizza proprio per il consumo al banco. Per questo ci uniamo alla pressante richiesta del presidente nazionale di Fipe Confcommercio Lino Stoppani nel chiedere un intervento urgente del ministro dello Sviluppo Economico, perché vi sia chiarezza, coerenza e razionalità nel contemperare l’effettiva ed efficace tutela della salute pubblica con la salvaguardia di un intero settore produttivo e occupazionale”.
 
 
Alvise Sperandio
Ufficio stampa Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia
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