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Comunicazione

Oggi insieme per fare Città... Metropolitana Europea

di Francesco Antonich

La Città Metropolitana costituisce un’opportunità che, tuttavia, sembra ancora in cerca di un metodo operativo per diventare davvero un cantiere aperto. Un approccio da valutare viene suggerito dal programma europeo “Capitali verdi d’Europa”, Rebuilding European Cities, rivolto alle città con oltre 100 mila abitanti, alle città metropolitane. Esso offre spunti interessanti di metodo, di strategia e d’azione, per amministratori, cittadini e attori economici della città, come le imprese del terziario di mercato che ne costituiscono il tessuto connettivo e uno degli agenti di trasformazione.

Obiettivo, partendo dalla risorsa territoriale, sociale e demografica, è la realizzazione di una Qualità della Vita urbana che, basata sul criterio della sostenibilità, dall’uso del suolo, delle aree verdi e dalla valorizzazione del patrimonio edificato – residenziale, commerciale, artigianale – giunge ad un miglioramento dello standard economico e sociale urbano. Le ricadute, in relazione alla realtà urbana coinvolta non interessano solo il miglioramento dell’attrattività residenziale, ma anche di quella turistica.

Un metodo che sembra adatto per Comuni articolati e complessi, con più polarità urbane, come Venezia ma la cui applicabilità vale la pena di esaminare per la dimensione istituzionale e geoeconomica metropolitana, perché è un approccio incentrato  su una strategia di coesione ed inclusività delle diverse anime, funzioni e ruoli che sono tra loro complementari e non in opposizione e determinano il patrimonio da valorizzare di un sistema policentrico e metropolitano. Ma quali sono le leve sulle quali agire proposte da questa “via europea” alla rigenerazione delle città?

Sviluppare una leadership unitaria di città, - non meramente politico-amministrativa - autorevole, che comunichi una visione forte della Città metropolitana futura, definisca scenari innovativi di medio e lungo periodo e crei condizioni per realizzarli. Vi è poi la visione strategica e gli indirizzi di rigenerazione territoriale da focalizzare, in una logica geostrategica di area vasta: va da sé che la dimensione metropolitana costituisce un vantaggio intrinseco.

Quindi un approccio ecologico urbano per includere considerandole infrastrutture della Città Metropolitana gli spazi verdi, anche agricoli periurbani, e considerati parte del tessuto connettivo, in grado di ricollegare ciò che altrimenti rimane frammentato, per definire una nuova immagine di tessuto urbano ampio, che respira. Particolarmente adatto per tutte le città venete è inoltre la riconfigurazione del paesaggio in rapporto con l’acqua, consolidando la riscoperta recente di una relazione città-acqua che era andata in parte dissolvendosi, ma che vede oggi un nuovo impegno teso a ripensare l’uso delle aree limitrofe ai corsi d’acqua e del patrimonio che attorno a questi si è sviluppato.

La pianificazione urbana e quella metropolitana, devono interagire concependo una nuova “morfologia dello spazio pubblico” che diviene estensione fuori casa dell’abitare delle persone e del loro interagire con le attività economiche, culturali, sociali delle persone in un luogo -contrapposto ai non-luoghi–  dove le persone si riconoscono e si relazionano. Infine azioni di mobilità sostenibile del trasporto locale, che rendano il sistema abitativo della città più efficiente, meno inquinante e catalizzatore di miglioramento climatico. Serve però una cornice: un’adeguata politica di governance della trasformazione della realtà metropolitana; la condivisione operativa e concreta della cultura della partecipazione; la comunione delle competenze e delle istanze progettuali di tutti gli attori: strutture amministrative tecniche, rappresentanze dell’economia della città, del terziario e dell’artigianato, dei suoi lavoratori, che producono servizi per persone e collettività, consapevoli che tutti “insieme fanno città”.

Di questo ne è consapevole Confcommercio-Imprese per l’Italia che, con le Università di Trieste e Udine, ha promosso il master di II livello in Town Centre Management  frequentato da personale di Confcommercio e da funzionari di Enti Locali; laboratorio di professionalità miste che attiva condivisone di metodi, approcci, strumenti, azioni di riqualificazione e rigenerazione, con logica di resilienza urbana, con la missione di proporre soluzioni per rendere l’ambiente città competitivo e attrattivo rispetto ai non-luoghi del consumo, fermare il consumo di suolo, ridare alle città del Nordest il ruolo centrale nell’economia che spetta loro e che si aspettano i cittadini, a cominciare dai giovani, altrimenti con la valigia in mano.

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