arrow--linkarrow-calendar--leftarrow-calendar--rightattachmentcalendar-eventclock--outlineclockclose_modal_windowcloud_uploaddeadlinedownloademail--shareemailfacebookfaxgoogle-plus--framegoogle-plusinstagramlink--externallinklinkedinlocationlogo-confcommercio--fidilogo-confcommercio--venezialogo-confcommerciomarker--offmarkerphonepinterestsearch--whitesearchteacherstwitterverifiedyoutube

Comunicazione

INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO MASSIMO ZANON

  1. Presidente, ci spieghi prima di tutto come si è arrivati alla sua nomina che riporta al vertice una figura espressione della Confcommercio.

 

Confcommercio di Venezia e Rovigo e Confindustria di Venezia e Rovigo rappresentano la maggioranza degli iscritti in Camera di Commercio. La nomina di un rappresentante della nostra associazione arriva dopo un periodo lunghissimo di prorogatio a causa del Covid. E vede il cambio di governance, a noi assegnato, dopo aver chiesto a tutte le componenti camerali di poter lavorare assieme con l’obiettivo di superare l’emergenza e di ritrovare un luogo dove le imprese siano “a casa loro” con le nuove sfide che si sommano a quelle precedenti.

 

  1. Che Camera di Commercio ha trovato al suo insediamento? 

 

Il nuovo Consiglio, che durerà in carica cinque anni, deve continuare gli impegni pluriennali assunti in precedenza. Quindi, con la straordinaria variante della pandemia in corso, deve trovare stimoli e forza per essere ancora più efficace nel rispetto della mission camerale. La Camera di commercio festeggia nel 2021 i duecentoquindici anni e deve a questo lungo percorso molti traguardi positivi. L’impegno del nostro mandato è di lasciare qualche altro risultato di rilievo nel solco della tradizione per una città che nel mondo delle imprese desidera avere un futuro altrettanto prestigioso e di riferimento, guardando avanti con fiducia. Un ringraziamento al Consiglio uscente e al presidente Fedalto in quanto, essendo ancora oggi componente della Giunta di Confcommercio Venezia e Rovigo, ha operato nell’interesse di rendere il periodo di gestione utile, sulla scia dei predecessori.

 

  1. Quali sono attualmente i numeri dell’ente che interessa peraltro la Città Metropolitana di Venezia e il territorio provinciale di Rovigo?

 

La Camera di commercio che si articola nel territorio di Venezia e Rovigo, oltre ad essere capoluogo di Regione, è insieme a Vicenza e Padova tra le prime per iscritti del Veneto, ma il sistema, già da parecchio tempo, sta cercando di avere maggiori collaborazioni tra tutte le Camere regionali oltre a Unioncamere nazionale.

 

  1. Alcuni anni fa c’era chi voleva abolire le Camere di Commercio che invece sono tuttora esistenti e operative. Che ruolo rivestono attualmente e perché secondo lei si riteneva che potessero essere abolite?

 

Ancora oggi alcune fasi importantissime per ogni singola partita Iva, iniziando dal registro ditte, hanno come riferimento la Camera di commercio, assieme a molte altre prerogative per ogni entità provinciale che fanno dell’ente camerale un punto di riferimento imprescindibile, governato dal ministero dello Sviluppo economico. La loro chiusura era dunque impossibile, se non creando qualche altro “contenitore”. Il motivo della volontà politica di trovare altre formule si è interrotto dando al Consiglio, da parte delle categorie economiche, la possibilità di essere nominato senza avere interferenze della politica partitica e senza riconoscere a tutti i suoi componenti nessun benefit per il lavoro svolto.

 

  1. L’ente Camera di Commercio è probabilmente uno dei pochi in cui la politica sembra essere messa da parte. È veramente così?

 

Sicuramente, come già accennato, la scelta dei singoli componenti del Consiglio spetta al variegato mondo delle associazioni di categoria, del lavoro, delle professioni, dei consumatori e bancario. Mentre con la politica si hanno, con le amministrazioni pubbliche, a tutti i livelli, collaborazioni, confronti e progetti per cercare di rendere i luoghi dove si opera il più possibile utili allo sviluppo del tessuto imprenditoriale.

 

  1. Venendo ad oggi e alla pandemia che ha colpito anche il nostro Paese e con la quale, nonostante sia passato un anno, stiamo ancora combattendo e chissà quando ne verremo veramente fuori. Che impatto ha avuto tutto ciò sul mondo economico dal vostro osservatorio?

 

Tragico, forse non rende ancora perfettamente l’idea. L’eccessiva dilatazione nel tempo ha sicuramente peggiorato, oltre all’aspetto sanitario delle persone, ha colpito qualsiasi azienda che opera nel quotidiano e che si è trovata a dover convivere con una situazione sconosciuta che ha provocato danni economici ai lavoratori e a qualsiasi azienda di tipologia e dimensione. Perfino coloro che non hanno, da un punto di visto economico nessuna perdita, pensiamo ai pensionati o ai dipendenti pubblici, di fronte a tale “tsunami” hanno cambiato il loro atteggiamento nei consumi e nei bisogni. Atteggiamento che resterà anche in futuro un cambio epocale rispetto alle capacità di spesa e all’idea di investimenti sul benessere, che tutti rincorriamo e che in questo lungo periodo quasi tutti abbiamo perso.

 

  1. Il governo, a suo avviso, si è mosso in modo adeguato per far fronte all’emergenza economica o avrebbe potuto fare di più? 

 

Qualsiasi governo al mondo si è trovato questo macigno da affrontare in maniera del tutto imprevista e impreparata. Le scelte, proprio perché sono da considerare opzioni che i diversi Stati hanno compiuto, hanno incontrato in Italia alcune criticità per cui pochissimi sono rimasti soddisfatti. Senza dimenticare che in molti casi il rischio che le imprese o singoli lavoratori in cassa integrazione abbiano avuto significativi aiuti, anche per responsabilità di una burocrazia che mai rende le cose semplici, ha aggravato ulteriormente la situazione. Nel quadro di un’economia che nel Paese già in precedenza non godeva di salute ottimale, ora si spera che gli ultimi provvedimenti siano, per velocità e adeguatezza, in grado di mantenere in vita le imprese da noi rappresentate: diversamente nei primi mesi dell’anno in corso assisteremo a un calo impressionante di ditte iscritte alla Camera di commercio e di posti di lavoro.

 

  1. Il 2021 è iniziato da un mese e come si prospetta secondo le vostre analisi? L’impressione è che le aziende cominceranno forse a respirare nel secondo semestre. Sarà realmente così?

 

Certamente i posti di lavoro che oggi sono a fortissimo rischio non troveranno occupazione prima. E, proprio per questo motivo, di importanza vitale per le famiglie, è fondamentale che le imprese che devono creare occupazione, riprendano se non a piena velocità, ma almeno gradualmente e con costanza, la possibilità di programmare il futuro pur immaginando un periodo non inferiore ai tre anni per ritornare ai dati ante Covid.

 

  1. In altra parte del giornale affrontiamo la problematica relativa a Venezia che sta passando nelle mani dei cinesi. Come Camera di Commercio registrate anche voi questo scenario?

 

Le notizie che arrivano in Camera di commercio sono relative solo a imprese che hanno iniziato la loro vita operativa. Tutto ciò che avviene prima, passaggi di proprietà o iniziative di tipo puramente di investimento e commercializzazione, rimane per noi sconosciuto e il suggerimento che viene dato a tutti i territori, qualora si percepisse qualche anomalia, è di segnalarla subito alle autorità competenti e alle loro categorie di appartenenza.

 

  1. Altro tema che interessa il mondo economico, sembra soprattutto nei settori della ristorazione e del turismo, è quello riguardante le infiltrazioni mafiose, in particolare per fenomeni di usura e riciclaggio. La Camera di Commercio cosa può fare al riguardo?

 

Esattamente consigliare a tutti momenti di conoscenza e di formazione per fatti anomali possibili e tentativi di intimidazione e rivolgersi alle categorie se subentrano problemi economici. Il nostro consiglio è di rimanere ancorati al mondo della legalità e di non cadere in facili promesse sospette e a ad alto rischio, vista la ormai lunghissima esperienza negativa registrata dappertutto, nel Paese.

 

  1. Un’ultima domanda di carattere personale. Lei ricopre cariche di rilievo in Confcommercio, sia a livello regionale che nazionale, ed è tuttora presidente in ambito metropolitano. Da questa nuova carica cosa si aspetta e quanto le serviranno le varie esperienze già acquisite?

 

Qualsiasi esperienza trascorsa diventa preziosa per proseguire nella vita di tutti i giorni. Il prestigio della Camera di commercio ha bisogno di molte conoscenze, per quante uno possa averne già acquisite. Conto molto sull’apporto di tutti i colleghi consiglieri, della struttura e sicuramente il fatto di essere presidente di Confcommercio di Venezia e Rovigo non mi farà cadere nel rischio di viaggiare lontano dai problemi reali delle imprese e dei lavoratori. Chi liberamente svolge il ruolo di impresa, a differenza di molti luoghi comuni, deve avere ancora l’orgoglio di essere portatore, nei confronti dello Stato, di ricchezza e occupazione senza ottenere vantaggi o rendite di qualsiasi altra natura. Come presidente di categoria sento ancora di più la responsabilità di lavorare per rappresentare Confcommercio assieme a tutte le altre categorie riunite nella Camera di commercio.

Top