arrow--linkarrow-calendar--leftarrow-calendar--rightattachmentcalendar-eventclock--outlineclockclose_modal_windowcloud_uploaddeadlinedownloademail--shareemailfacebookfaxgoogle-plus--framegoogle-plusinstagramlink--externallinklinkedinlocationlogo-confcommercio--fidilogo-confcommercio--venezialogo-confcommerciomarker--offmarkerphonepinterestsearch--whitesearchteacherstwitterverifiedyoutube

Comunicazione

Federazione Moda Italia di Confcommercio veneto e Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia si preparano ai saldi: al via sabato 1 agosto

l giro d'orizzonte dalle spiagge al capoluogo metropolitano, dalle città come Portogruaro, San Donà di Piave e Chioggia, dal Po all'entroterra rodigino, non lascia dubbi: il calo medio delle vendite, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno non si scosta dal -60%, con alcune spiccate differenze tra città storiche e il litorale, che sconta comunque un flusso per lo più di pendolari e comunque l'assenza massiva degli ospiti da centro-nord ed est Europa.


"Il rinvio dei saldi al 1 agosto - commenta il presidente di Federazione Moda Italia (FMI) di Confcommercio Veneto e Confcommercio Unione metropolitana di Venezia, Giannino Gabriel - si è rivelato  più che opportuno, ma a preoccupare dopo un mese di vendite promozionali al palo, è la consapevolezza che il cliente non spende: troppo poco denaro, incertezza sul futuro, rigorose priorità negli acquisti".


In provincia le vendite del comparto moda vanno male soprattutto per quei negozi che operano nelle zone turistiche: a Venezia si sfiora il -85%, nella spiagge si lavora solo sabato e domenica con risultati sul -70%, all'interno della provincia si oscilla fra il -60 e il -70%. La fiducia delle famiglie nel futuro è molto scarsa e solo il 25% pensa positivo mentre quella riferita alle aziende è tendente allo zero.


"Una cosa è certa - afferma Gabriel - durante i saldi le aziende ottengono liquidità ma perdono marginalità e i conti aziendali stanno in piedi con i margini non con la liquidità. Questo almeno per quanto riguarda i nostri negozi indipendenti multimarca che rappresentano la massa critica dei negozi associati a FederazioneModa Italia Confcommercio".


"Bisogna rilanciare il commercio del comparto moda ridando fiducia ai consumatori – riprende Gabriel - I nostri  negozi sono ben forniti, la maggior parte dei capi estivi è scontata mediamente del 50%. Non si corre alcun rischio covid, se qualcuno ancora ha dei dubbi, non abbiate paura,  i negozi sono sicuri perché rispettano puntualmente le regole di sanificazione imposte dal legislatore veneto e nazionale. Siamo pronti con la nostra consueta professionalità, il servizio, la cortesia e i consigli, senza che sia necessario ricorrere ad acquisti on-line penalizzanti per noi perchè costituiscono una continua concorrenza sleale".


Gabriel ha sentito i suoi colleghi negozianti del territorio e la sintesi che ne trae è a tinte scure. “Nelle località balneari forse il calo si contiene intorno al 50%, ma i turisti pendolari non vengono certo a Caorle o a Jesolo per fare shopping. La stagione è iniziata  sottotono, sperano di recuperare ad agosto, ma la dice lunga che proprio al di là del Tagliamento, dove i saldi sono iniziati con un'anticipazione al 25 luglio, le cose non vanno assolutamente come previsto, come ci segnalano i colleghi di Lignano: non è un test davvero positivo. Abbigliamento, accessori ma anche calzature: le vendite promozionali sono letteralmente  ignorate dai clienti che, oltre ad essere attenti al denaro, hanno visto proprio nello smart working e nell'informalità del lavorare da casa, un'occasione per rinviare anche acquisti solitamente di stagione, per il semplice ricambio: una situazione molto evidente nella fascia non alta della clientela, per l'appunto quella più fidelizzata e quotidiana".


Ma anche il fashion firmato rimane a terra: a Venezia centro storico la flessione tocca il -80%, molti negozi non hanno riaperto dopo il lockdown e c'è allarme per la presione del caro affitti che farà chiudere definitivamente anche negozi storici. Qualcosa si muove appena in terraferma, in qualche caso si registrano timidi approcci ai negozi di città, ma oramai la crisi sta davvero mordendo forte anche la grande distribuzione dell'abbigliamento.


"Il quadro è estremamente critico - fa sintesi Gabriel - Le impese sono fortemente indebolite, i costi fissi rimangono elevati e le misure del Governo lente e prevedono che  gli affitti siano comunque pagati da chi ha registrato fatturato zero per mesi: questo significa che vi è non solo il rischio più che certo di chiusure a catene già prima di settembre, ma anche che si insinuino figure legate alla criminalità e all'usura. Per questo - conclude il presidente di FMI Confcommercio - se neanche con i saldi si riuscirà a recuperare qualche punto, anche le misure atttuali si riveleranno assolutamente  inutili e tardive. E il pensiero va anche agli addetti: il settore sconta una massiva cassa integrazione, forse nei saldi ci sperano anche loro, ma come molti loro clienti, il portafoglio rimane desolatamente chiuso".

 

Alvise Sperandio
Ufficio stampa Confcommercio Unione metropolitana di Venezia



 

Top