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Comunicazione

Scenario post Covid-19: recupero lento e difficile per tutto il terzo trimestre. Il punto della Congiuntura di Confcommercio

Il periodico monitoraggio dell’andamento economico nazionale eseguito dal centro Studi Confederale, la seconda Congiuntura Confcommercio, conferma un andamento tutto i salita e per giunta molto dura.

Le famiglie si mantengono estremamente prudenti: nel confronto con l’anno scorso, infatti, l’indicatore dei consumi (ICC) segnala un calo del 15,2%, dato che pur essendo sensibilmente migliore rimane ben distante da quello registrato in epoca pre Covid-19.

Se per l’alimentare, dopo il moderato aumento registrato nei mesi di lockdown, si conferma una stabilizzazione, per altri segmenti il rimbalzo di aprile e maggio ha solo attenuato i contorni di una situazione estremamente grave. Per la filiera turistica, che nei mesi estivi concentra gran parte del fatturato annuo, la distanza tra una situazione normale e quella attuale è abissale, così come per l’abbigliamento e per il segmento delle auto, settori vitali per la ripresa del Paese.

Ne deriva che il malessere sociale permane diffuso: il disagio sociale, misurato sulla base del Misery Index Confcommercio (MIC), seppure in ridimensionamento, si attesta anche a maggio a livelli record, a testimoniare una situazione critica del mercato del lavoro, nella sostanza prima più che nelle statistiche.

A questo si aggiungono le difficoltà degli altri Paesi ed i problemi di mobilità internazionale, elementi che portano a spostare oltre l’autunno il ritorno dei dati della filiera turistica su valori meno drammatici.

Il quadro d’insieme indica come, pur in presenza di un tessuto imprenditoriale vivace e coraggioso, sia le riduzioni più profonde di quanto atteso ad aprile sia una ripresa più lenta a maggio e giugno, comporteranno una revisione della variazione del PIL per il 2020 in prossimità del -9%/-10%.

La fine del lockdown non ha certo significato l’avvio di una vera ripresa: un rimbalzo mensile del 42,1% della produzione industriale al netto dei fattori stagionali, a maggio, non ha scalfito la riduzione su base annua si attesta al 20,3%. Nello stesso mese l’occupazione registra un calo dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 2,6% sullo stesso mese dello scorso anno.

Il sentiment delle imprese del commercio al dettaglio ha registrato nel mese di giugno un aumento del 16,3% congiunturale, a fronte di una riduzione tendenziale del 25,4%.

La stima sul PIL per il mese di luglio, al netto dei fattori stagionali, è di un incremento del ben al di sotto del 12,5% rispetto allo stesso mese del 2019. La riduzione del PIL nel secondo trimestre si stima intorno al 18% rispetto all’ultimo quarto e del 22,5% nel confronto annuo.

Per quanto concerne i consumi, l’ICC (Indicatore Consumi Confcommercio) registra, nel confronto annuo, un calo del 15,2%. Nel complesso del secondo trimestre la riduzione è stata, nel confronto con lo stesso periodo del 2019, del 29,7%, valore che si attesta al 54,5% per la domanda di servizi.


 

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