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Comunicazione

Si scrive TAV, si legge Territori ad Alta Velocità

Negli anni ’90 del millennio scorso si studiavano mappe di geografia economica con banane, bolle, archi che si intersecavano come insiemi di uno sviluppo e di benessere su un’Europa i cui confini tra Stati sembrano, oggi, incrinature di un vaso mal lavorato. Quelle sagome rappresentavano le mezzelune dello sviluppo, relazioni, agglutinavano città, infrastrutture strategiche tra loro distanti ma connesse, come Monaco, Milano, Düsseldorf, Londra, Parigi, Francoforte, Barcellona, Venezia, Trieste, Bologna... Linee spezzate tranciavano quell’Europa dal Nordest Siberiano alla romantica Lusitania, da Copenaghen a Napoli: li chiamavano allora Corridoi Plurimodali, poi “derubricati”, causa un approccio più realista all’evoluzione della politica e delle relazioni internazionali, a TEN-T, Trans-European Transport Network, che oggi qualificano le principali  vie di comunicazione dell’Ue: la Torino-Lione ne è un segmento, il più noto ma, forse, non il più strategico per Francia, Germania e Svizzera .

Un sistema cardiocircolatorio indispensabile per lo sviluppo dell’Europa e dei suoi paesi membri fatto di autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, reti immateriali, assi portanti, porte d’accesso da custodire gelosamente per garantire lo sviluppo per i territori che rendono vitali. Però, da almeno vent’anni, anche in Italia si è compreso che oramai la competizione non si gioca più tra entità definite da un confine amministrativo o politico – comune, distretto, cantone, regione, land o Stato – ma tra insiemi omogenei di relazioni umane, economiche e sociali: aree metropolitane o bacini di risorse, di capacità e di espressioni imprenditoriali, di intelligenze, competenze. Possono essere territori adiacenti o ubicati in continenti diversi: aree dense di attività e know how spesso comprensibili più con l’insiemistica che con il diritto. Le connessioni tra questi territori diventano tanto più strategiche in quanto, in modo materiale, perché fruibili da merci, da persone, da risorse energetiche, in modo immateriale, perché veicoli di big data, di relazioni tra persone fisiche o virtuali, offrono “pari opportunità” di partecipare a questa competizione globale. Sia chiaro: solo se le governace istituzionali o informali lo vogliono. In tal senso anche gli assi Vienna-Lubiana-Trieste-Udine-Venezia-Verona-Milano-Torino-Lione, o quello Monaco-Brennero-Verona-Roma-Reggio Calabria-Palermo (per limitarci entro i confini Ue e nostrani) costituiscono in potenza e in atto, se completati, le strutture portanti di un “territorio” competitivo la cui superficie reale si misurerà in unità di tempo e di connettività e non più di lunghezza e di superficie. Alla vigilia del 2020 si scrive TAV ma si deve leggere Territori ad Alta Velocità, una dimensione geotemporale in grado di creare valore a imprese e collettività.

Cina ed India, dopo aver massicciamente investito propri territori speciali ad alta competizione sono ora alla fase 4.0: l’acquisizione di interi “TAV” ad elevato potenziale di competitività in giro per il mondo, a cominciare da quelli non adeguatamente valorizzati dalle autorità statuali che li controllano. Hanno iniziato in Africa – un’altra occasione mancata per l’Europa – ed ora guardano ad un’Unione europea incrinata e ai più deboli componenti con maggior difficoltà economica, sociale e finanziaria strutturale, come possibile ambiente di shopping. Non vi è dubbio, considerata la dimensione degli operatori in campo, privati e Stati di riferimento, che solo un’azione coordinata e decisa a livello almeno Europeo può agire per difendere, con l’impegno di ciascun proprio membro, il patrimonio geostrategico di ciascun Territorio ad Alta Velocità e porsi in posizione assertiva nei confronti dei tycoon dell’Estremo e del Medio Oriente. L’agenda per politici ed imprenditori è già stata scritta, in gran parte in mandarino, hindi ed arabo: quale lingua parlerà il prossimo Parlamento europeo e la prossima Commissione? E un territorio potrà ancora contare solo sulla forza del proprio vernacolo politico locale per raggiungere l’Alta Velocità indispensabile per competere con il resto del mondo?

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