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L'associazione dei librai italiani ha tenuto un'audizione davanti alla Commmissione cultura del Senato su 18App. "Le analisi statistiche sugli indici di lettura degli italiani - ha osservato Ali - evidenziano un problema strutturale e cronico che negli ultimi anni si è aggravato per la fascia d'età 12-20, quella che a giudizio degli analisti risulta essere più colpita dagli effetti della massiccia diffusione degli strumenti digitali". "Il dato di per sé non sarebbe preoccupante se studi e analisi non avessero già ampiamente dimostrato che il consumo di libri, e in generale di beni culturali, garantisce una maggiore capacità di comprensione di fenomeni complessi favorendo l'apprendimento e la ricerca di soluzioni percorribili e il contrasto all'analfabetismo funzionale che colpisce oggi un diplomato su 5 e 11mln di cittadini (fonte Ocse Psa)".
"L'uso di 18App - si legge nella nota di Ali - vuole offrire degli strumenti concreti di sostegno alla formazione e all'autoformazione dei 18enni; nel corso del biennio di applicazione della misura i risultati concreti sono estremamente lusinghieri e per la realtà che rappresentiamo hanno contribuito a rilanciare quella parte di produzione editoriale, editoria principalmente di ricerca e studio, che negli ultimi anni aveva fortemente sofferto per il ricorso alle fotocopie illegali, fenomeno più volte denunciato agli organi di controllo e che toglie risorse al mondo del libro e che ha scoraggiato investimenti nel nostro settore anche di importanti gruppi editoriali stranieri".
"Ricordiamo che l'attuale legislazione consente la fotocopiatura fino al 15% di un'opera e che, come risultato da alcune attività di indagine, il mondo delle fotocopie illegali risulta essere per buona parte controllato dal mondo della malavita e del racket. Ma oltre al valore economico che 18App ha riportato in libreria, vorremmo evidenziare la ricaduta culturale che ha prodotto dato che i 18enni, i quali in base a ricerche e studi in ambito commerciale sono i più sensibili ai mutamenti di acquisto ai quali stiamo assistendo che li porta ad abbandonare il canale fisico e ad utilizzare in modo massiccio l'online, hanno, come riportato dai dati del ministero, utilizzato per il 46% il canale fisico scoprendo o riscoprendo realtà imprenditoriali radicate e presenti nei nostri centri storici e quartieri e soprattutto scoprendo, con l'accesso in libreria, che vi è anche una diversa modalità di acquisto data dalla possibilità di verificare direttamente la qualità e i contenuti del libro che si intende acquistare, e anche dal fatto che nelle librerie, grazie alla profondità degli assortimenti presenti e alla presenza di personale professionalmente qualificato, vi è la possibilità di trovare proprio quel libro che non si sapeva di cercare".
"Per questo motivo noi di Ali Confcommercio riteniamo utile il mantenimento di 18App secondo i principi che l'hanno ispirata, intervenendo eventualmente sulla semplificazione di accesso allo strumento che in alcuni casi ha rappresentato un sicuro motivo di ostacolo. L'abbandono di 18App, o anche solo il fatto di legarla all'Isee, è un chiaro messaggio al Paese e ai 18nni che la cultura e la formazione rispondono a scelte private e che come tali lo Stato non può intervenire se non ove vi siano difficoltà di ordine economico, mentre per noi cultura e formazione devono essere i drivers per la crescita del Paese sui quali si deve avere il coraggio di investire maggiormente; fare di 18App una misura di sostegno al reddito inoltre ci sembra non rispondere agli obiettivi di una politica culturale, bensì a quelli di una politica assistenziale, che sinceramente riteniamo debba essere affrontata da altri dicasteri.