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Comunicazione

Lo strano caso del virus che colpisce solo in discoteca

 

Mentre il resto d’Italia ha ripreso a vivere la quotidianità, non rinunciando alle abitudini sociali e alla convivialità del periodo precedente alla quarantena, per le discoteche l’emergenza Covid è ancora in atto ed il 70% degli imprenditori del settore è stato costretto a chiudere il proprio locale da febbraio 2020.

La domanda che sorge spontanea è per quale motivo si possa frequentare le spiagge, i bar, i mezzi di trasporto pubblico senza preoccuparsi minimamente del distanziamento sociale, mentre i locali d’intrattenimento, pur avendo sempre rispettato le norme imposte dal Governo (almeno quelli all’esterno che hanno riaperto da poche settimane, quelle al chiuso dovrebbero riaprire il 7 agosto), debbano essere etichettati dai media e dalle associazioni dei consumatori come gli unici luoghi dove avviene il contagio del virus.

Se si è ancora ancora in pieno stato di emergenza, le regole di distanziamento sociale devono valere ovunque, senza eccezioni. Il gestore è chiamato a garantire il RISPETTO DELLE NORME per quanto attiene alla sua sfera - sanificazione, misurazione della temperatura, mantenimento delle distanze e chiarimento delle misure di sicurezza – e non può essere l’unico responsabile dell’infrazione nel caso in cui un cliente si tolga la mascherina nel corso della serata.

SILB richiede al Governo di mettere gli imprenditori della categoria in condizione di non licenziare i dipendenti e di poter pagare affitti e oneri. Le aziende costrette a rimanere chiuse, invece, devono ricevere contributi nell’immediato.

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