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Comunicazione

UNESCO a Venezia: occasione per correggere l’immagine percepita e fare insieme Città

L’audit delle rappresentanze economiche con gli ispettori di UNESCO, alla quale è stata invitata dall’Ufficio Unesco del Comune anche Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia, è stata l’occasione per evidenziare alcune considerazioni sugli scenari della Città e far emergere anche alcuni elementi che, forse, anche una grande organizzazione internazionale a tutela del patrimonio culturale ed ambientale, non ha avuto modo di considerare con la dovuta attenzione: vedremo  gli sviluppi di questo dialogo, sicuramente necessario e non scontato.

Anzitutto due considerazioni di fondo. Venezia necesita di un piano d’azione  di respiro internazionale che la renda più attrattiva, soprattutto per nuovi abitanti residenti: l’esodo costante registaro in questi anni, ben evidente per chi vive  Venezia e il suo hinterland, tuttavia è ancora molto poco percepito dal’opinione pubblica internazionale come questione che sta alla base stessa del suo scivoloso declino. Del resto, forse solo un bilanciato riassetto tra la struttura urbana e la sua capacità di riassorbire un ottimale, sostenibile numero di residenti potrà offrire  una nuova ed accetabile dimensione equilibrata dei flussi turistici. Venezia, solo ripopolata tornerà ad essere  di nuovo una città.

Per questo occorrerà anche lavorare per promuovere a livello internazionale una nuova, genuina e reale immagine della Venezia Città, meno stereotipata cartolina romantica e decadente, più ambiente urbano vitale, con un proprio stile e ritmo di vita. Una Venezia “normale”, dove chi la visita vede davvero la gente che la abita e la vive quotidianmente, mentre lavora, va a scuola, fa shopping sotto casa, studia, si muove: il tutto con i suoi pro e con le sue criticità di ogni città “normale”.

Un’immagine che insomma rispecchi – e rispetti – una Venezia non solo destinazione turistica, ma ambiente urbano, città attiva, pivot in Europa  grazie ad un’unica offerta di assets strategici, a cominciare dalla suo logistica, con il Porto e l’Aeroporto intecontinentali e l’indotto in termini di economia e di competenze e lavoro, una città riconosciuta e visitata anche per le sue eccellenze economiche, della conoscenza e le sue best practices nel sapersi conservare, restaurare, gestire i rifiuti e la manutenzioe delle sue infrastrutture, modello per molte città del resto del mondo.

Ma proprio per questo la sensibilità dell’UNESCO, nel riconoscere le diverse componenti del patrimonio culturale ed economico di Venezia, deve guardare con attenzione anche al suo tessuto storico di attività del commercio al dettaglio tradizionale, dell’artigianato, della ricettività; la cucina  e la cultura del servizio di prossimità, la specificità di servizi, a persone e imprese, che sono presenti solo grazie alla peculiarità di Venezia. E’ opportuno che UNESCO, coinvolgendo e utilizzando il patrimonio culturale, artistico ed delle attività economiche di venezia e del suo terrtorio circostante promuova iniziative, non ultimo un vero docufilm, che presenti al mondo un nuovo volto di Venezia, il suo Way of Life e dei suoi abitanti: uno story telling in grado di  testimoniare la vita reale di una città, ospitale, meravigliosa ma, ancor prima, una città normale che vive la sua quotidianità da condividere con il mondo.  Una città inclusiva, dove il visitatore non si senta più solo un turista consumatore, ma un cittadino temporaneo, rispettoso nel condividere valori e aspettative dei suo concittadini temporanei.Città con un proprio, peculiare stile e modo di vivere veneziano, che dovrà costituire un vero brand ed essere riconoscito, con lo sforzo di tutti  i Veneziani metropolitani e l’attenzione dell’Unesco, parte del patrimonio comune dell’Umanità.


 

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