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Comunicazione

Dicembre e Natale: anche nel veneziano i consumi rimangono pigri a causa di incertezza e pressione fiscale

Le prime stime sull’andamento dei consumi di fine anno nell’area metropolitana di Venezia e Rovigo, elaborate partendo dai dati al Centro Studi Confederale di Confcommercio, non si discostano significativamente dal trend nazionale e confermano l’approccio dei cittadini improntato a cautela e sempre più sensibile all’incertezza, comportamento che nell’ultimo decennio è andato rafforzandosi.

A Venezia poi si aggiunge l’onda lunga, è il caso di dirlo, dell’Acqua Alta dello scorso novembre, che sta fermando prenotazioni alberghiere ed escursioni, nonostante la città e le sue attività economiche ricettive, di servizio e dei negozi abbiano reagito immediatamente e siano già operative ed aperte da alcune settimane: se non vi sarà un’inversione di tendenza, lo shopping movimentato dai turisti potrebbe comprimersi anche di un terzo.

In generale lo scenario complessivo non sembra discostarsi da quello del 2018. Infatti, la spesa media pro capite per i regali di Natale non dovrebbe muoversi rispetto alla media registrata nell’ultimo quinquennio, fermandosi a quota 169 euro e comunque con una leggera flessione rispetto ai 172 dello scorso anno.

Ma il dato più significativo è il confronto con un decennio fa: una pesante contrazione (-30,7% dal 2009), quando a fine anno la spesa si aggirava sui 244 euro pro capite medi al 170 euro del 2019 (ad euro di quest’anno).

Guardando al sentiment, in Città Metropolitana in generale si ritiene che le festività di fine anno saranno improntate alla sobrietà, meno del 40% riesce ad essere più ottimista: bisogna infatti tornare a prima del 2012 per vedere un sorriso più convinto, quando i dati erano perfettamente invertiti.

Comunque la speranza prevale: l’86,9% confida che quest’anno metterà almeno un regalo sotto l’albero.

Ai consumi sarà destinato il 67,5% della tredicesima mensilità (+1,4% rispetto all’anno scorso, considerati i consumi complessivi di dipendenti, pensionati e liberi professionisti) attestandosi complessivamente, in media, poco al di sotto dei 1.300 euro per famiglia (dipendenti e lavoratori autonomi compresi).

Ma attenzione: anche i veneziani hanno imparato a diventare esperti navigatori dello shopping on line. Infatti, ancor più che i parchi commerciali lo è lo shopping on-line a registrare le migliori performance: gli acquisti in negozi in sede fissa, di vicinato e centri commerciali - infatti segnano un netto dato negativo del -2,46% rispetto l’anno scorso (-7,2% in dieci anni).

Inevitabile fare i conti anche con gli effetti anticipatori – ma non esaltanti per i negozi tradizionali come invece lo è stato per lo shopping on line– del Black Friday: in ragione d’anno, nel mese di dicembre si concentreranno l’11,6% degli acquisti di abbigliamento, il 13,0% di elettrodomestici, il 12,3% di informatica e telefonia mobile. Complessivamente si può dire che il 10,4% dei consumi quest’anno si concretizzerà a ridosso delle festività natalizie, in linea con fine 2018 ma leggermente ridotto se guardiamo, ad esempio, il Natale 2012.

Della tredicesima mensilità il 17% circa sarà destinato, anche per i cittadini metropolitani a pagare tasse (ICI/IMU, Tasi, bollo auto, canone Rai con un incremento del +1,4%).

“I dati confermano che non basta una tredicesima un po’ più generosa (+2,13%) per spingere ai consumi” – commenta il Presidente di Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia, Massimo Zanon,  - anche i veneziani, in linea con i concittadini di tutto il Bel Paese, confermano un atteggiamento prudente e che le aspettative sono per lo più segnate dalla previsione di ulteriori possibili costi e dalla pressione fiscale ancora deprimente: come dare loro torto, visto che le tasse in un decennio sono volate al +9,7%?”.

E conclude: “Confcommercio è impegnata in questi giorni a seguire la Legge di Stabilità: occorrono scelte coraggiose per far ripartire davvero il Paese, una riduzione della pressione fiscale percepita davvero dalle famiglie, ma anche una politica decisamente meno schizofrenica che ridia serenità ai cittadini e certezze a imprese e professionisti e agli esercenti, non provvedimenti come l’abolizione della cedolare secca per gli immobili commerciali. Il Natale 2020 è solo tra un anno…”

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