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Comunicazione

Chiusura discoteche, il Silb (Sindacato locali da ballo) scrive ai 44 sindaci della Città metropolitana

Il governo ha deciso che fino al 10 febbraio sono sospese le attività che si svolgono in sale da ballo, discoteche e locali assimilati. Il Silb di Confcommercio Metropolitana di Venezia, ha inviato una lettera ai 44 sindaci dei comuni della Città metropolitana di Venezia chiedendo lo slittamento della prossima scadenza dell’imposta sulla pubblicità e la sospensione della riscossione dei tributi di competenza dell’ente locale.

“La perdurante chiusura, ormai esclusiva, delle imprese che esercitano l’attività di locali da ballo e discoteche, sta determinando l’estinzione di un intero comparto che tanta parte ha avuto, e ancora potrebbe avere, nell’offerta di servizi alla filiera turistica e all’attrattività di alcuni comuni del territorio metropolitano e del rodigino”, si legge nella missiva.

Titolari e gestori delle attività ricordano che “anche la tardiva individuazione di misure di supporto previste dall’ultimo decreto legge, pur indispensabile, è destinata a vedere sterilizzata la propria efficacia perché coinciderà con le scadenza tributarie e fiscali, di canoni di locazione e di fatture per l’impiego delle utility energetiche, i cui importi saranno ben superiori ai ristori proposti, a fronte di un fatturato nullo per imposizione normativa”.

Il Silb, pertanto, chiede lo slittamento della prossima scadenza dell’imposta sulla pubblicità e la sospensione della riscossione dei tributi di competenza dell’ente locale, “anche considerando l’oggettiva impossibilità del prodursi del presupposto d’imposizione del tributo stesso o la capacità, potenziale e/o presunta, di produrre reddito o la suscettibilità di produrre rifiuti, a seguito dell’obbligo di chiusura totale imposto dallo Stato”.

“Siamo consapevoli – dichiara il presidente Franco Polato – dello sforzo che le singole Amministrazioni comunali hanno compiuto in questi due anni per preservare e tutelare imprese e occupazione, con un’incisiva e costante azione sul Governo, e ne riconosciamo i risultati per molti dei comparti anche a noi contigui: chiediamo tuttavia un ulteriore sforzo per questo specifico ma non numeroso comparto, che continua a soffrire i vincoli più pesanti e più compromettenti per la propria continuità: la chiusura totale a tempo non ancora definito”.

Ovviamente, l’auspicio è che le attività possano riprendere dal 10 febbraio: “Dopo due anni di enormi difficoltà, a cui si è aggiunta la doccia fredda che ci ha imposto una nuova chiusura a ridosso delle festività di fine anno, abbiamo bisogno di riappropriarci del nostro diritto al lavoro. Ne abbiamo bisogno per scongiurare lo spettro del fallimento che aleggia sulle nostre imprese in grande difficoltà – sottolinea Polato –. Senza dimenticare che il rischio di assembramenti, per ritrovi, incontri e feste improvvisati, è sempre presente “tanto che si è ballato ovunque e senza il controllo che sarebbe garantito dai nostri imprenditori”.

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