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Comunicazione

Economia del mare e sostenibilità: complementarietà e interdisciplinarietà per affrontare le sfide future

Ampia e qualificata partecipazione, stamane all’Arsenale di Venezia, al convegno organizzato da Confcommercio Metropolitana di Venezia nell’ambito del Salone Nautico: nella sala Torre di Porta nuova si è parlato di “La Blue economy si tinge di green”. Un appuntamento che si rinnova per il terzo anno consecutivo tracciando la direzione di analisi e proposte sulla visione per l’Alto Adriatico al fine di coniugare ambiente ed economia del terziario del mare, e confermando come il tema della Blue economy sia sempre più centrale nel dibattito sulla visione della città.

All’incontro, al quale è giunto anche il saluto del Presidente della Giunta della Regione del Veneto Luca Zaia, hanno partecipato anche gli assessori comunali Sebastiano Costalonga (Commercio), Simone Venturini (Turismo e Sviluppo economico) e Massimiliano De Martin (Ambiente e Urbanistica).

“Venezia è legata indissolubilmente all’economia del mare – ha detto Venturini - e dobbiamo tornare a guardare verso il mare. Il nostro paese deve tornare a considerare il mare una grande ricchezza, e noi veneziani dobbiamo tornare a pensarci come grande potenza marittima. Ma la transizione ecologica può esserci solo se c’è crescita e sviluppo”.

Massimo Zanon, in qualità di presidente della Camera di commercio di Venezia e Rovigo, ha affermato: “In tre anni l’appuntamento al Salone Nautico con il convegno di Confcommercio è l’occasione in cui tracciare una linea di orizzonte ben marcata. La Camera di Commercio in questo ha un ruolo determinante, per aprire il più possibile alle imprese di questo settore perché siano motore di sviluppo economico per tutto il territorio”.

Il capo reparto delle operazioni Direzione marittima del Veneto, Marco Nobile, ha portato i saluti dell’ammiraglio Pellizzari e ha sottolineato il ruolo della cooperazione transfrontaliera tra Italia, Croazia e Slovenia nonché il ruolo della guardia costiera come garante della normativa UE.

Alessandro Panaro, responsabile Maritime & Energy di Srm (Gruppo San Paolo) è intervenuto fotografando il settore dell’economia del mare con alcuni numeri: “In Veneto sono presenti oltre 10mila aziende della filiera logistica, il 9,2% sul totale italiano. Gli occupati del settore sono 84mila, l’8% del totale nazionale, 3miliardi è il valore aggiunto generato dall’economia del mare nella regione del Veneto e 30miliardi è l’import-export marittimo generato dalle sue imprese, un terzo del totale. Un settore nel quale il Veneto è inserito in un mercato internazionale che risente molto dell’impatto della guerra Russia-Ucraina oltre che della pandemia e delle complessità globali sull’approvvigionamento e il traffico delle merci, e che ha un indotto molto importante anche in termini di occupazione. Il porto è la piattaforma di governo e catalizzatore di questi investimenti e dell’innovazione”.

Massimiliano De Martin, assessore comunale ha spiegato: “E’ stato fatto ancora poco a livello governativo per dare stabilità ai nostri porti. Più che competitività tra porti andrebbe sviluppata la complementarietà tra queste strutture. Tra porti italiani non dovrebbe esserci sfida ma collaborazione per poter affrontare sfide più grandi, con porti internazionali. L’amministrazione comunale veneziana ha stabilito per il decennio 2022-32 degli importanti investimenti affinché tutti i mezzi di trasporto che attraverseranno il Canal Grande siano ibridi”.

Alessandro Santi, presidente nazionale Federagenti Confcommercio e di Venezia Port Community ha avvertito: “Uno dei punti più critici è che in questo paese manca da tanti anni la visione. Determinanti sono gli abitanti, coloro che vivono nel territorio in cui sviluppiamo la blue economy: è necessario un confronto con il territorio che vive di blue economy perché si realizzi la sostenibilità ambientale, economica e sociale.”

Alberto Corti, responsabile Turismo di Confcommercio-Imprese per l’Italia: “La Blue economy nel PNNR è citata solo relativamente ai trasporti ed è singolare in un paese come l’Italia con più di 8mila chilometri di costa – ha sottolineato –. Il Veneto inoltre è la prima regione turistica europea. I porti turistici non vengono mai citati nel PNNR, quindi il turismo si pone proprio in modo trasversale tra blu e green economy e sottolinea l’esigenza di complementarietà. Oggi tutto questo è fondamentale anche nell’ottica del nuovo turismo che si baserà sempre più sull’esperienzialità: Venezia sarà messa in competizione con molte altre mete turistiche”.

Roberta Nestopresidente della Conferenza dei sindaci del litorale veneto e sindaca di Cavallino Treporti ha ripreso il tema della residenzialità e dei servizi da offrire sia ai residenti che agli ospiti: “Per gestire queste città “fisarmonica” è necessario sviluppare ancora di più la rete con i comuni del litorale, la città di Venezia, il Porto e le associazioni di categoria. Dobbiamo partire da una blue e green community: creare condivisione dal basso per poter sfruttare al meglio anche le risorse dei finanziamenti europei”.

Fulvio Lino Di Blasio, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale ha tracciato la rotta: “I porti veneti dovranno essere in grado di affrontare le sfide della sostenibilità partendo dal valore della condivisione delle scelte con le istituzioni e la comunità sociale, economica e scientifica del territorio. Come previsto dal nostro piano operativo triennale, stiamo lavorando per affrontare la sfida di un porto regolato - il primo del Mediterraneo - che sia però innovativo, digitale, green, connesso e appunto in continuo dialogo col territorio. Tutto questo deve accadere compatibilmente con la garanzia della necessaria valorizzazione delle attività economiche e tenendo conto dei vincoli del nostro sistema portuale principalmente legati all’unicità storica e paesaggistica del contesto nel quale operiamo. Vincoli che sapremo trasformare, grazie al superamento di vecchi paradigmi e schemi, in una grande opportunità.”

La Coordinatrice programma educazione all’Oceano Unesco, Francesca Santoro, ha osservato: “Venezia è stata la culla delle scienze ambientali, qui è nata la facoltà dedicata. Per arrivare a una comprensione congiunta dei problemi è necessario liberarsi di preconcetti e pregiudizi con un approccio interdisciplinare e transdisciplinare. No a “fake mover” e “slow over”, non possiamo permetterci alcun “greenwashing”. Unico obiettivo comune è tutelare l’ambiente per sopravvivere: il mare è quello che ci permette di vivere su questo pianeta, produce dal 50 all’80% dell’ossigeno che ci occorre e il mare è la soluzione a tanti problemi di cambiamento climatico: è il nostro alleato migliore. Ambientalismo ed economia non possono più essere contrapposte: dobbiamo operare congiuntamente e mettere in campo tutte le nostre intelligenze”.

Davide Bonaldo, ricercatore Cnr-Ismar dell’Istituto di Scienze Marine, ha fotografato il possibile scenario dei prossimi 20 anni: “ E’ necessaria una presa di decisione informata. I nostri sistemi costieri sono al centro di processi naturali e antropici molto intensi. Scenari di cambiamento climatico prevedono una diminuzione di mareggiate intense nell’adriatico ma tuttavia un fenomeno di innalzamento del mare di decine di centimetri. Alla luce dei numerosi elementi che influiranno sull’impatto del cambiamento climatico dobbiamo rivedere gli schemi di trasporto tradizionali, aggiornare modelli e stime. La buona notizia è che ci sono molte iniziative di collaborazione internazionale anche nella comunità scientifica, necessario è coinvolgere il tessuto sociale”.

Tirando le conclusioni, il moderatore, Francesco Antonich, vicedirettore di Confcommercio Metropolitana di Venezia ha lanciato la proposta di tenere aperto il tavolo di riflessione tra gli interlocutori, con l’ obiettivo di ritrovarsi al Salone Nautico 2023.

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