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Comunicazione

FIPE Venezia chiede ai Sindaci della Città Metropolitana di limitare le sagre a quelle davvero storiche e genuine

l presidente di Confcommercio Metropolitana, nonché di Fipe Venezia, Massimo Zanon, ha inviato una lettera a tutti i 44 sindaci della Città metropolitana di Venezia chiedendo di evitare le autorizzazioni ad eventuali eventi promossi da privati, su suolo pubblico, che fanno concorrenza ai pubblici esercizi per la somministrazione di cibo e bevande senza avere alcun legame né con il contesto della città né col calendario di iniziative, la storia e le tradizioni dei luoghi che le ospita.
Un appello che si richiama direttamente protocollo tra FIPE ed UNPLI (Unione nazionale Pro Loco d'Italia) in essere sin dal 2010 e alla delibera  della Regione del Veneto del 2018 con le linee guida per disciplinare le manifestazioni enogastronomiche nel Veneto per valorizzarne la storicità e l'aderenza ai valori di identità al territorio e che ne disciplina il corretto coinvolgimento e condivisione degli obiettivi e delle modalità organizzative con i pubblici esercizi dell'area locale direttamente  interessata dalla manifestazione.
Il pur legittimo interesse del profitto non può non corrispondere il rispetto e l’attenzione per il territorio – spiega Zanon –. Questi operatori sono soggetti a norme meno onerose, ma propongono prodotti o servizi simili, per qualità e varietà, a quanto proposto dai ristoratori e dai pubblici esercizi di un determinato posto. Serve una regolamentazione”.
Nella missiva si legge che “in queste settimane stiamo vivendo una nuova, positiva fase per quanto riguarda l’andamento regressivo della pandemia da Covid. L’auspicio che lo sforzo di tutti, cittadini, Amministrazioni e operatori economici potesse condurre ad un effettivo, definitivo controllo della pandemia e a un ritorno alla normalità, sembra ormai una prospettiva reale e prossima. I pubblici esercizi, dai bar ai ristoranti, ai locali da ballo, attività che sono da sempre un simbolo della socialità, della qualità e dello stile di vita del nostro Paese stanno per sperimentare l’efficacia sperata dei tantissimi sacrifici compiuti: chiusure, riduzione di personale, perdita/diminuzione di clienti”.
Fipe ricorda che per uscire dall’emergenza è stato indispensabile applicare nuove regole e straordinarie misure igieniche e di controllo, e anche nei mesi futuri sarà fondamentale continuare a seguire le disposizioni delle autorità sanitarie e degli Enti Locali. Allo scenario drammatico che speravamo di esserci lasciati alle spalle è ora seguita una situazione economica estremamente pesante, per le imprese e i loro cittadini-clienti, dovuta alla crescita esorbitante dei costi di gestione a causa dell’aumento incontrollato dei costi energetici e delle materie prime”.
Per non deprimere ed impoverire definitivamente il comparto dei pubblici esercizi, sarà estremamente importante mantenere nei prossimi mesi il rispetto delle regole per una leale concorrenza che salvaguardi sia la salute, sia la socialità dei cittadini-clienti.
La richiesta ai primi cittadini: A tal fine, pare opportuno richiamare l’attenzione sull’opportunità di adeguare la calendarizzazione di eventi come sagre e feste locali, evitando quelle più estemporanee, non rispondenti a requisiti di storicità e tradizione, e non in grado di garantire tutte le norme igienico sanitarie, anche del personale volontario coinvolto, ed il rispetto dei nuovi standard di prevenzione. Così come quegli eventi, promossi da soggetti privati, di natura straordinaria e non collegati ad un programma di celebrazioni, che di fatto si traducono in un’attività di ristorazione, realizzando unicamente il fine economico, senza lasciare alcuna risorsa sul territorio.
Tutto ciò, per non vanificare la tutela della qualità, del servizio e della cultura stessa della ristorazione, eludendone costi ed oneri.
In questa fase di iniziale, ma ancora contrastata ripresa, si auspica possiate condividere con noi il principio che elusioni, anche intermittenti, della regola di concorrenza possono determinare la definitiva chiusura di un pubblico esercizio e, con essa, la perdita per la collettività di un valore economico durevole e di un valore sociale, culturale e di presidio, in particolare, proprio nei Comuni di minore dimensione.
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