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Comunicazione

Confcommercio: impatto devastante della tempesta perfetta prodotta dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dallla deflagrazione della guerra in Ucraina.

L’invasione russa dell’Ucraina sta letteralmente gettando ulteriore benzina su un incendio già devastante pe riprese e famiglie: quello dei rincari delle fatture per energia e, a cascata, per le utility. L’osservatorio economico di Confcommercio -Impese per l’Italia,  in collaborazione con Nomisma Energia ha provato ad elaborare le prime stime dell’impatto della crisi sulle imprese del commercio, della ricettività e della ristorazione, nel casi di un aggravamento e protrarsi del conflitto, sino alla possibile, ma tutta da scongiurare, interruzione delle forniture di gas dalla Russia – che però, attualmente, secondo le prime verifiche tecniche si manterrebbero costanti e con  lievissimi incrementi – e che potrebbe comportare una spesa energetica di quasi 30 miliardi di euro nel 2022, oltre il 160% in più rispetto al 2021.

L’impennata del petrolio e derivati rischia di costare all’autotrasporto un incremento della spesa annuo pari a 21 miliardi. 

Come già invocato dal Presidente Confederale, Carlo Sangalli, diventa urgente l’adozione di  “misure strutturali per risolvere i nodi del nostro sistema energetico, a cominciare dalla riduzione della dipendenza dalle forniture estere, dalla revisione della fiscalità energetica e dall’abbattimento degli oneri generali di sistema”.

Scendendo in dettaglio, il prezzo del gas, quello più esposto alla crisi degli ultimi mesi a inizio febbraio era intorno a 80€ per megawattora, per salire a 120€ il giorno dell’inizio del conflitto e toccare, in questi ultimi giorni, punte anche superiori a 170€, livelli incomparabili con i 25€ di un anno fa. Analoghi andamenti si registrano per l’elettricità i cui prezzi continuano ad oscillare sui valori record già toccati brevemente qualche settimana fa.

Tre gli scenari valutati dalla Confederazione su analisi di Nomisma energia.

Primo scenario: nel caso di stabilizzazione dell’attuale situazione, con un prolungarsi della guerra, ma senza interruzione delle esportazioni di gas, la spesa per queste imprese sarebbe pari a 19,9mld €, 8,6 in più rispetto a quanto stimato per il 2021. Questo scenario è basato sulla stabilizzazione dei prezzi e delle tariffe sui valori già raggiunti ad inizio 2022, con i pesanti adeguamenti delle bollette già decisi a fine dicembre 2021.

Secondo scenario: nel caso di interruzioni delle esportazioni di gas dalla Russia, o per danni bellici, o per sanzioni economiche, i prezzi sui mercati internazionali avrebbero aumenti molto più marcati con riflessi sulle tariffe del gas e dell’elettricità che salirebbero almeno del 50%. Ciò farebbe schizzare la bolletta energetica delle imprese a 29,9mld €, quasi tre volte il livello del 2021 e 10mld € in più rispetto al già alto esborso stimato per il primo scenario.

Terzo scenario: nel caso di auspicabile rientro dello scontro bellico e con un accordo duraturo di cessate il fuoco, i prezzi scenderebbero in maniera significativa, di almeno il 40%, e ciò porterebbe la spesa del settore di nuovo verso valori più normali, non distanti da quelli del 2021, intorno ai 12mld € (8mld € in meno rispetto a quanto stimato per il 2022 in caso rimanessero gli alti prezzi di inizio anno).

In particolare, per l’autotrasporto  una stabilizzazione dell’attuale situazione, la spesa annua complessiva dell’autotrasporto per il gasolio aumenterebbe rispetto al 2021, di 7mld €, con un maggior onere per ciascun veicolo pesante in media di circa 13.000€.

Nel caso invece di interruzioni delle esportazioni russe, o per danni bellici o sanzioni economiche, con prevedibili quotazioni del gasolio alla pompa prossime a 2,5€ per litro, si può stimare che il conseguente incremento di spesa annua per l’autotrasporto nel 2022, rispetto al 2021, raggiungerebbe 21mld €, con un maggior onere unitario, per ciascun veicolo pesante, nell’ordine di 42.000€.

Infine, una terza ipotesi  di evoluzione, guarda ad un possibile accordo duraturo di cessate il fuoco, è possibile prevedere che le tensioni finora accumulate nei mercati dei carburanti possano rientrare, consentendo alla spesa per gasolio dell’autotrasporto nel 2022 di rimanere sostanzialmente invariata rispetto al 2021.

La Confederazione ha già presentato alcune proposte di intervento, ora al vaglio del Governo.

La necessità di interventi in grado di bilanciare adeguatamente l’impatto dei rincari in bolletta e di risolvere strutturalmente i nodi che attanagliano il nostro sistema energetico. Le misure adottate recentemente dal Governo vanno nella giusta direzione, ma non sono ancora sufficienti. Serve un piano d’azione più ampio e strutturale per contenere l’eccessiva dipendenza della provvista energetica del Paese dalle forniture estere, abbattere il peso degli oneri generali di sistema – che hanno un costo stimato di quasi 17 mld per il 2022 che ricade su famiglie e imprese - e agire per il riordino della fiscalità energetica: dalla riduzione dal 22% al 10% dell’IVA sui consumi elettrici delle imprese del terziario di mercato - allineandola così a quella attualmente prevista per gli altri settori produttivi e per le famiglie - all’esclusione degli oneri generali di sistema dall’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto ed alla riduzione delle accise.

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