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Comunicazione

Il quadro macroeconomico rimane difficile, a rischio gli effetti della timida ripresa di primavera: aperto un difficile negoziato con la Commissione europea

Nel primo trimestre 2019 il prodotto interno lordo italiano ha registrato un lieve recupero, condizionato dalla modesta crescita di consumi ed esportazioni. E' quanto evidenzia il Centro Studi di Confcommercio dalla lettura del Rapporto annuale ISTAT 2019. Gli investimenti hanno mostrato un miglioramento guidato dalle costruzioni. Dal lato dell'offerta, è mancata la spinta alla crescita del settore dei servizi mentre manifattura, costruzioni e agricoltura sono risultate in aumento. Nel 2018, la domanda estera netta ha fornito un contributo marginalmente negativo (per un decimo di punto) alla crescita del prodotto interno lordo, come sintesi di un rallentamento della dinamica delle esportazioni di beni e servizi in volume superiore a quello registrato dalle importazioni. Per quanto riguarda il prossimo trimestre, la probabilità di contrazione è "relativamente elevata".

Purtroppo è il quadro macroeconomico a frenare fiducia e a gettare più di un’ombra sulle prospettive future, quadro che certamente le contraddizioni politiche all’interno del Governo e il negoziato, tutto in salita, tra il Governo stesso e la Commissione europea rendono ancora più complicato ed ostico per ogni seria previsione.

Infatti è duello totale tra Italia e Ue sui conti pubblici. Bruxelles non è disposta a seguire l'Italia nelle proposte del Governo Conte: "Lavoriamo per evitare la procedura, ma non lo si fa attraverso commenti sulle regole", ha avvertito nei giorni scorsi il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, che ha altresì aggiunto che, per ora però, non bisogna perdere tempo a parlare di modifiche a norme concordate da tutti, ma occorre lavorare per evitare la procedura per debito eccessivo.

L'iter della procedura di infrazione dei parametri e dei vincoli di deficit e bilancio è partito, e va interrotto prima del 2 luglio possibilmente, giorno in cui la Commissione potrebbe adottare la raccomandazione di apertura della procedura che poi l'Ecofin dell'8-9 luglio dovrà approvare. I commissari e i tecnici sono al lavoro sulla lettera, e aspettano che mercoledì il Consiglio dei Ministri approvi l'assestamento di bilancio. Non conterrà tagli di nuove risorse, assicura Conte, ma certifica "in un documento ufficiale" risparmi e maggiori entrate, rendendo "definitivo" il congelamento già programmato dei 2 miliardi che facevano già parte dell'accordo di dicembre. Ma questo tesoretto potrebbe non bastare: i due miliardi congelati dall'accordo di dicembre sono già stati incorporati nelle previsioni Ue, quindi vanno esclusi. Ne restano solo tre e, sulla carta, Bruxelles chiede un aggiustamento dello 0,4% del Pil per il 2018 e dello 0,5% per il 2019. Solo per sanare il 2018, quindi, servirebbero oltre sei miliardi. Impegnandosi a fare risparmi anche sul 2019 e assicurando l'aumento dell'Iva o misure alternative per il 2020.

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