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Comunicazione

Autonomia, imprese e lavoro: condividere gli obiettivi in vista del negoziato Stato Regione

Autonomia, imprese e lavoro: condividere gli obiettivi in vista del negoziato Stato Regione

 

di Francesco Antonich

Vicedirettore Generale Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia

 

A pochi giorni dal 22 ottobre, può essere utile fare un po’ di sintesi su cosa accadrà e su come, a sedici anni esatti dalla riforma costituzionale che lo ha reso possibile, anche il Veneto userà questo procedimento per la concessione di maggiori margini di autonomia. Prima di tutto, però, un suggerimento: rileggiamo con attenzione gli articoli 116 e 117 della Costituzione! Ciò detto, il referendum consultivo con il suo esito costituirà un clima e uno strumento di validazione quantitativa e, politicamente, qualitativa, della rappresentanza da giocarsi nella fase successiva, il vero e proprio procedimento di negoziazione e di costruzione della matrice degli ambiti di autonomia da un lato e, dall’altro, delle rispettive risorse economiche da portare a casa. La competitività del negoziatore regionale nei confronti dello Stato con le sue capacità e qualità progettuale, tenuto conto anche dell’incognita degli esiti delle “audizioni” degli Enti Locali, determinerà l’algoritmo finale che individuerà ambiti di autonomia e relative risorse assegnate. C’è da tener conto, anche, della presenza di diverse tipologie di istanze di autonomia e, nella ricerca di un equilibrio tra qualità di ambiti di autonomia legislativa e regolamentare e risorse ottenibili, potrebbe essere necessario ridimensionare aspettative, sacrificare alcuni ambiti rispetto ad altri. E’ quindi utile rafforzare ulteriormente la capacità negoziale e per completare il processo di coinvolgimento attivato con il referendum: per esempio definendo un’agenda delle priorità, laddove il negoziato dimostrasse subito alcuni ostacoli. Priorità che dovranno essere però individuate con un’ampia condivisone nei lavori preparatori del negoziato e per le singole materie attraverso il dialogo con i diversi stakeholder del territorio: rappresentanze imprenditoriali e dei lavoratori. Per il mondo del lavoro e dell’impresa il negoziato  potrebbe essere occasione per far sì che lo Stato consenta quell’ampia autonomia legislativa che permetta alla Regione di valorizzare la piccola e la micro impresa, lavorando con il Governo perché faccia “ragionare” l’Unione Europea sul fatto che esiste una specificità della micro impresa che va tutelata ed attribuisca concreti strumenti, ad esempio, per attuare il tanto trascurato Small Business Act, riconfigurare in modo adeguato il mondo del credito offrendo alle cooperative fidi, oltre agli oneri, anche gli strumenti e la flessibilità necessari per svolgere pienamente il ruolo di supporto alle imprese e di affiancamento ad esse per cogliere i primi segnali della ripresa; implementare a livello locale il giusto ambiente e la giusta motivazione ad abbracciare le opportunità offerte dal welfare aziendale sotto tutte le sue forme  e, per quanto compatibile con  la riserva normativa statale, lo Statuto del Contribuente. Questo consentirebbe di non disperdere e limitare il lavoro in misure indefinite di sviluppo e competitività, ma di creare una vera e propria politica regionale per l’economia della micro e della piccola impresa, leva strategica dell’economia delle città, con leggi e misure specifiche che consentano di correggere le distorsioni prodotte dalla concorrenza estrema e dalle norme nazionali ed europee tarate sulla grande impresa e soffocanti per la piccola e micro. Sono argomenti sui quali il dialogo tra le categorie economiche, le rappresentanze delle risorse umane e delle intelligenze di questo territorio e tra queste e la Regione Veneto è già avviato da tempo: oggi forse vi è un’occasione più importante per andare oltre e focalizzarsi su alcuni primi, ma già di per sé importanti obiettivi possibili. Uno dei quali molto pratico: la condivisione renderà più forte la capacità di portare a casa una buona Intesa tra Stato e Regione e, infine, quella legge Statale, da approvarsi in modo qualificato, con maggioranza assoluta, nota bene, dei componenti le due Camere che va considerato ancora come un passaggio politico finale tutt’altro che scontato, nemmeno con una ampia vox populi affermativa… Ma il cammino di mille miglia, si sa, inizia con un passo, buona volontà e idee chiare.

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