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Comunicazione

Nordest a rischio Nonsense

Nordest a rischio di Nonsense
Francesco Antonich
Vicedirettore generale Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia
C’è qualcosa di nuovo sul fronte Nord Orientale (7,2 milioni di abitanti circa tra Veneto, Trentino Alto Adige/Südtirol, Friuli Venezia Giulia che diventano 11,650 milioni considerata anche l’Emilia Romagna cioè l’intero Collegio Nordest per le elezioni del Parlamento Europeo).
Il Comune di Sappada, (circa 1.320 ab.) in Provincia di Belluno (212.000 ab.) è divenuto territorio del Friuli Venezia Giulia (circa 1,223 milioni di ab.). Intanto, il Veneto (4,925 milioni di ab.) sta per avviare uno storico negoziato con il Governo e con il Parlamento d’Italia che ha 60,6 milioni di ab.. Il Veneto giocherà una propria partita, consapevole che parallelamente la stanno giocando – con dinamiche e stili ben diversi - anche la Lombardia (circa 10 milioni) e l’Emilia Romagna (4,451 milioni). Assistono, con sguardo attento, oltre al Friuli, Trentino (circa 539 mila) e Alto Adige/Südtirol (poco meno di 512 mila). Ma cosa sono il Nordest e le singole Regioni che lo compongono per gli Stati che confinano come Austria, (8,783 milioni di ab.), Slovenia (2,062 milioni), Croazia (4,2 milioni), Svizzera (8,370 milioni circa) e per l’Unione europea (503,7 milioni di ab.)? Espressione geografica? Entità economiche sparate? Partner o potenziale avversario nell’agone glocale tra aree e territori? E cos’è il Nordest per chi come gli investitori privati europei, medio orientali e soprattutto cinesi, questi ultimi con città con popolazione pari a quella del Nordest e province e regioni con anagrafi numerose come quelle dell’intera Italia o della Germania (82,67 milioni di ab.) e che verranno per acquistare merci e servizi, ma ancor più per fare shopping di imprese ed infrastrutture? Negli ultimi anni, cittadini, imprese, società, hanno vissuto ogni giorno gli effetti di una sorta di male oscuro, aggravatosi alla prova del confronto con un mondo che cambiava. Il Nordest che si riteneva l’elemento indispensabile di un mondo ancora aggredibile con i virtuosismi e i tantissimi sacrifici del duro lavoro, della qualità unica, dell’export, ma un mondo nel quale ogni Regione, va detto, si vendeva, forte di essere piccola ma conclusa nella sua perfezione, mentre la globalizzazione, sulle prime incompresa, finiva per essere subita e non sfruttata. Un mondo nel quale le singole Regioni del Nordest venivano pure percepite come protagoniste, ma per questo ciascuna voleva caparbiamente distinguersi dalle altre e credersi non interdipendente, fin quasi ad isolarsi. E forse è stato proprio questo atteggiamento che ha contribuito non poco a far sì che il Nordest divenisse dapprima una “questione”, dissolvendosi poi in un’aspirazione, un oggetto di studio, senza mai strutturarsi – ed essere aiutato a farlo da parte del Paese – in un asset geostrategico compiuto. Eppure il Nordest è rete di imprese, è rete logistica, di Università come pochissime in Italia, costituisce un fulcro determinante degli assi Nord Sud ed Est Ovest dell’Europa, e deve riassumere quindi un ruolo nuovo, geostrategico macro regionale per il Paese. Il mondo dell’economia non vuole frammentazione, ma strumenti per valorizzare una grande specificità geoeconomica, da tempo condivisa e utilizzata da chi produce, crea lavoro e da chi lavora, e che non accetta più limiti allo sviluppo determinati da confini amministrativi e da diversi ambiti di autonomia, normali qui, speciali di là, con conseguenti dazi di fatto, il tutto all’interno di poche centinaia di chilometri di raggio e al confine di Stato e del resto dell’Europa. La stagione che si aprirà nei prossimi mesi per i rapporti tra Parlamento e Governo e ciascuna Regione del Nordest, rischia di essere l’ultima per lavorare insieme tra Stato e territori, senza più deframmentazioni politiche ma con un approccio lungimirante, consapevole anche che l’ambito transfrontaliero non andrà mai più ignorato, per rigenerare con una nuova visone strategica questa area del Paese. Il rischio, date le caratteristiche degli attori internazionali che lo circondano, è che il Nordest e le sue Regioni si ritrovino ad essere un buco con l’Europa intorno e scivolino, in Italia e in Europa, verso un languido Nonsense geopolitico, favorevole a chi, nel mondo, è in cerca di interessanti saldi di fine stagione.
 

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