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Comunicazione

Consumi e turismo. A fine estate si conferma la stima negativa.

C’è da dire che non vi è stata distinzione tra grande distribuzione ed imprese di prossimità. Su base mensile sono in calo sia le vendite dei beni non alimentari (-3,2% in valore e -4,8% in volume), sia quelle dei beni alimentari (-1,0% in valore e -0,8% in volume). Rispetto a luglio 2019, il valore delle vendite al dettaglio diminuisce del 3,8% per la grande distribuzione e dell'11,7% per le imprese operanti su piccole superfici. Le vendite al di fuori dei negozi calano del 7% mentre il commercio elettronico è in crescita (+11,6%). Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali negative per quasi tutti i gruppi di prodotti, ad eccezione di utensileria per la casa e ferramenta (+3,2%). Le flessioni più marcate si evidenziano per abbigliamento, e pellicceria (-27,9%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-17,3%).

Calo dei consumi prodotto anche in buona misura dallo stop dei flussi turistici, fenomeno eclatante che ha colpito tutto il paese e soprattutto le città d’arte (le più “desertificate” dalle misure anti Covid e dalle loro conseguenze di medio periodo, a cominciare da Venezia, Verona) e le località turistiche, come le nostre spiagge che solo nella seconda metà di agosto hanno visto un leggero recupero di presenze e quindi della spesa degli ospiti.

Quindi anche il comparto del turismo ha confermato sostanzialmente lo scenario delineato a giugno.

Se nella rilevazione di giugno il 69% degli intervistati pensava che avrebbe fatto almeno un periodo di vacanza entro agosto, lo stesso campione, consultato nuovamente a fine mese scorso, dichiara di essere partito solo nel 60% dei casi (-9%) e, del 40% che non si è mosso, solo l’11% sono italiani che normalmente non fanno vacanze in questo periodo dell’anno.

Diversi ma prevedibili i motivi della “non partenza”: i timori per la pandemia, nel 52% dei casi, difficoltà di ordine economico e mancanza di ferie, nel 47%.

Anche le territorio della Città Metropolitana di Venezia e nel Rodigino, ad agosto insomma il pienone – per altro concentrato in alcune località “leader”- è da collegarsi per lo più ad arrivi gonfiati dai pendolari e a presenze di pochi giorni e legate all’week end (per altro ferragosto è caduto di sabato).

A conti fatti, il mare, già vincente nelle previsioni fatte a giugno, ha costituito il 62% delle preferenze mentre città e luoghi d’arte sono stati appetibili solo per il 10% del campione oggetto di indagine. Balzo confermato invece per la montagna: +20% rispetto al 2019, anno che, va ricordato, è da considerarsi da record per il turismo del Veneto, con punte rilevanti proprio per le città  d’arte.

Ritornando agli effetti deprimenti sui consumi, e considerando quanto il numero delle presenze  incida sul fatturato di negozi, ristoranti e servizi del territorio, basti pensare che  solo il 41% degli intervistati ha fatto ferie di lunghezza tradizionale, con almeno 5 pernottamenti a destinazione, mentre il 19% ha fatto viaggi brevi o frazionati in più periodi, ma sempre di breve durata.


 

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