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Comunicazione

Pubblici esercizi: il clima di fiducia di nuovo in discesa: il 2022 già compromesso dal volo dei prezzi dell’energia

Secondo l’analisi del Centro Studi di FIPE Federazione Italiana Pubblici esercizi , infatti il clima di fiducia torna sotto soglia 100 attestandosi a 83,8 mentre nello stesso periodo del 2019 era 91,7. Inopportuno il confronto con il 2020 quando le aziende erano per lo più chiuse. I giudizi verso le aspettative di breve termine non sono positivi né verso le performance economiche né verso le prospettive occupazionali.

La crisi del comparto emerge in tutta la sua gravità se guardiamo al confronto 2021 su 2019 -anno pre CoVid – a cominciare da una perdita, per la sola ristorazione e su tutto il territorio nazionale di 56 miliardi di euro, con 45.000 chiusure e 300.000 lavoratori che hanno perduto il proprio impiego.

Solo per le discoteche, la perdita di fatturato ha raggiunto 1,2 miliardi di euro: nel solo capodanno sono mancati incassi per almeno 200.000.000 Euro, mentre per banqueting  & catering, settore che vale non meno di 2,5 miliardi di euro per 1.400 imprese che attivavano a regime, non meno di 135.000 addetti, la serrata imposta a Natale ha azzerato un fatturato che normalmente non sarebbe stato inferiore agli oltre 300.000 euro.

Per quanto riguarda giochi e scommesse, bingo ed apparecchi di gioco, nel 2021, sono andati perduti 32 miliardi di euro di raccolta legale che vanno aggiunti ai 31 miliardi  già perduti nel 2020; tra il 2020 ed il 2021 non hanno più riaperto 9.700 esercizi  non specializzati di gioco e 500 sale specializzate. Il volume dei redditi da lavoro cancellati nel retail gaming tra 2020 e 2021 sono stati almeno 10 mila e oltre 3.000 sono a rischio nei prossimi mesi nelle gaming halls - bingo.

Come se non bastasse i costi dell’energia, solo per citare il primo ”scalone” che si è abbattuto nell’ultimo trimestre del 2021,sono aumentat6i del + 70% e quelli delle materie prime del +10%Il 36% dei ristoratori già ha segnalato aumenti per non meno del 15%. Ma la vera “pandemia energetica” sta già compromettendo il 2022 con aumenti, per l’elettricità, non inferiori mediamente del 70%, come registrato da 9 imprese su 10.

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